Il Coronavirus ci ha chiesto di ripensare a tempi, spazi e modi di “fare socialità” anche per quei servizi legati alla scuola e ad attività educativa come i centri di aggregazione. L’equipe Azimut del Punto Giovani di Novi Ligure si è via via contraddistinta nel settore della progettazione e dell’innovazione sociale come nodo nella rete provinciale.  Marzo 2020 fermi tutti. Uscire, parlare, incontrarsi, abbracciarsi è proibito. La scuola si ferma, il nostro Centro di Aggregazione si ferma, i colloqui, i gruppi i laboratori si fermano. Il pensiero, le nostre professionalità sono in stand by. Il Punto Giovani ha cercato di  proseguire la propria progettazione e attività con una nuova veste più flessibile e facilmente fruibile dai nostri ragazzi,  “Siamo partiti – racconta Elisabetta Barca- referente del Punto Giovani di Novi Ligure- dall’esigenza di continuare ad offrire un supporto nella programmazione e realizzazione dei compiti e un supporto psicologico, attività che si sono trasferite su piattaforme digitali. Anche il Centro Famiglie al Futuro 2.0  ha continuato ad  offrire un servizio di consulenza educativa a distanza, per continuare la relazione e il dialogo con le famiglie con bambini di fascia d’età 0-6 e ogni mercoledì sulla Pagina Facebook del progetto  viene dato spazio alla creatività, proponendo attività creative, storie, laboratori.” Nuove modalità di vicinanza, nuovi bisogni, tutto è fermo eppure sembra correre tutto così velocemente. Le nostre stampanti 3D e il nostro maker entrano in un circuito provinciale e insieme ad altri makers novesi iniziano a produrre visiere protettive che sono state donate agli ospedali della provincia a tutela dei medici e degli operatori  socio-sanitari impegnati nella lotta contro il coronavirus. Il budget destinato alla realizzazione di laboratori e servizi rivolti alle famiglie viene impiegato per acquistare pc e tablet,che sono stati messi a disposizione degli studenti meno abbienti per garantire loro la continuità didattica. #andrà tutto bene, le scuole, la rete, il sociale che pensa si attiva, ridefiniamo i bisogni, ridefiniamo l’impatto, rimoduliamo progetti e ne scriviamo di nuovi. Vogliamo ricominciare a sentire l’altro, la sua gioia e il suo dolore, vogliamo ricominciare ad avere speranza, #Insieme si può.